I 10 motivi per non essere studente in Francia

  1. ScuolaL’Ecole Primaire, dove tutto ha inizio. Aurélian, Il bambino di 8 anni a cui faccio da baby sitter, sa darmi in pochi secondi il suo classement all’interno della classe a seconda degli errori commessi nel dettato. Ciò nonostante sarà molto difficile per Aurelian arrivare a non commettere errori di ortografia prima dei 20 anni. Ecole primaire, 6 anni. Competitività: check.
  2. Il liceo: Noi italiani ci stiamo adeguando agli standards europei (introducendo il liceo musicale e coreutico, quello delle scienze umane, etc.) così da offrire ad inconsapevoli quattordicenni la via per perdersi nel mare magnum delle scelte. Per ora il trittico del Liceo francese consta di: L letterario, S scientifico, ES economico e sociale.
    Se scegli S potrai iscriverti a tutte le università desiderate in futuro, altrimenti sarà chiusa per sempre la porta di alcune importanti Grandes Ecoles (come la Normale Superieure, la Polytechnique…). A volte sono gli stessi direttori delle scuole che cercano di scoraggiare studenti brillanti ad iscriversi in L. Lycée, 14 anni. Irreversibilità: check.
  3. La classe preparatoire: questo ibrido, sconosciuto al nostro sistema, permette di “prepararti” a superare i test d’accesso a grandi écoles, vedi sopra, o a fac prestigiose o semplicemente parigine. Basta accettare di prolungare per un altro anno o due la modalità liceo. Esatto: un anno o due per preparare un test d’accesso. Classe préparatoire: la vita è fatica e sudore. Combattività: check.
  4. L’Université: se lo studente francese riesce ad ottenere il suo Bac potrà iscriversi alla Fac. Suona bene, no? Autonomia e senso critico quindi? Non proprio. Cominciamo con la Licence, la nostra triennale: la prima volta che sono entrata in un anfiteatro dall’Università credevo stesse piovendo. Invece non erano gocce, ma il suono del ticchettare compulsivo sul PC di alunni automatizzati: non utilizzando libri di testo non si può perdere neppure una parola di un prof che segue altrettanto pedissequamente il suo plan de cours invariato da anni. Fac, 17 anni. Autismo: check.
  5. I TD, ovvero i travaux dirigés: seminari obbligatori in cui gli assistenti controllano i compiti di volta in volta, proprio come al liceo. Il voto finale sarà la sintesi delle prove sostenute nel corso dell’anno e della partecipazione: poco importa se non hai niente da dire, alza la mano come un forsennato e fatti vedere. TD, 17 anni. Microcefalia: check.
  6. Le M2: la morte. 15, 20 o 30 posti al massimo per corso di studi. Lo studio è un diritto, ma questo diritto non è garantito a tutti. Studenti come falene impazzite che vedono la luce nell’Università di Nanterre; che accettano di rinunciare, per un po’, al loro Parigi-centrismo; che scrivono 50 lettere di motivazione più o meno uguali tra loro per spiegare perché quel corso di specializzazione in diritto della tutela dei coleotteri della Papuasia sarebbe perfetta continuazione del loro corso di studi. Nota positiva: una volta ottenuto il Master dovrebbe essere quasi garantito un impiego futuro. Master di livello 2, 21 anni. Mors tua vita mea: check.
  7. Le prépa concours: Corso a pagamento per prepararti a un concorso x. Tipo i corsi estivi per entrare a Medicina o quelli di preparazione all’esame d’avvocato. Nulla da eccepire. I soldi non fanno la felicità, ma piangere nel tuo cabinet a Place Vandome anche se sei una capra è, se non altro, più estetico.
  8. L’alternance: un francese volendo a 22 anni è già pronto per per lanciarsi verso la vita adulta; ed ha anche due master alle spalle per farlo. Ma perché aspettare di finire gli studi per iniziare a lavorare? Seguendo un modello che alterna ore di studio ad ore di lavoro puoi iniziare da subito. Alternance, 20 anni. Livello di stress da psicoanalisi: check.
  9. L’apprentissage: ci sono dei siti appositi per spiegarti la differenza con l’Alternance. Da quello che ho capito nell’apprentissage non studi e lavori allo stesso tempo, ma più che altro lavori. Però sei sempre uno studente, però non sei in stage. Più o meno come la professionalisation. Siete confusi? Anche io.
  10. L’année de cesure: il nostro anno sabbatico. Piccolo dettaglio: in Francia devi giustificare tutto, anche il dolce far niente. Dopo un anno a spasso per tornare alla vita reale sarà necessario spiegare nell’obbligatoria lettera di motivazione, in che modo stavi cercando te stesso, altrimenti questo errore non sarà perdonato. Chi dorme non piglia pesci: check.

Massima riassuntiva: “Stanco di studiare l’infinitamente grande o l’infinitamente piccolo, lo scienziato si mise a contemplare l’infinitamente medio”. (Blaise Pascal)

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Dal 2013, Italiani a Parigi.

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