Magari organizzo un festival

Alla gente piacciono le storie romantiche. Ed io ne ho una da raccontare. Questa storia è ambientata a Parigi. Immaginatevi una ragazza, non più tanto giovane, italiana, arrivata da poco nella capitale francese. Giunta in città senza lavoro, senza conoscere quasi nessuno, senza parlare e soprattutto senza capire un’H della lingua, con un appoggio sul canapé di un amico garantito per qualche giorno. E fin qui niente di straordinario. Una storia comune a quella di tanti italiani espatriati. Superata la prima fase di innamoramento per la città (o lo choc a seconda dei casi), la ragazza deve decidere cosa fare della propria vita. Inizia col domandarsi come se la cavino gli altri conterranei che si trovano nella sua stessa condizione. E in quel momento scopre l’esistenza delle pagine Facebook dedicate agli italiani a Parigi. Si comincia a spulciare tutti i messaggi, seguendo il sano e legittimo impulso di farsi i cavoli degli altri. Tra le foto di tostapane e scarpe usate in vendita, tra gli appelli di persone che chiedono dove trovare i savoiardi per il tiramisù e i messaggi di gente sola che cerca compagnia per una passeggiata pomeridiana nel Marais, la ragazza scorge un post in particolare. Scritto da un’altra ragazza italiana, Valentina Pastore, il messaggio è un vero e proprio appello, lanciato sulla rete dopo aver creato un gruppo che chiama Officina di pensieri. E già questo titolo mette voglia di fare. Il messaggio è chiaro e sincero: “Ciao a tutti! Ecco il gruppo per comporre una squadra di lavoro, un’equipe unita e indipendente per organizzare un festival, un progetto artistico/culturale di 24 ore (musica, cucina, performances, installazioni) italiane alla Petite Maison. L’idea nasce con l’ambizione di creare diversi ambiti artistico/culturali gestiti da una squadra organica, un collettivo, dove ogni reparto ha i suoi responsabili. Non si tratta di un progetto personale, ma di un’iniziativa che per esistere ha bisogno di un co-working fertile e propositivo. Ci incontriamo sabato 9 aprile alle 18 alla Recyclerie per chi ha voglia di far parte dell’officina di pensieri.”

MAGARA1BBene, la ragazza protagonista della storia, come forse avrete intuito, sono io. E quel sabato 9 Aprile alle 18 io, alla Recyclerie, ci sono andata. In realtà sono arrivata alle 19, in ritardo come si addice ad una scapestrata come me, ma ci sono andata! Nonostante la pioggia battente e incessante che solo Parigi in tutto il suo splendore sa regalare. Da quel primo incontro è cambiata la mia vita nella Ville Lumière. Ne è seguito un secondo, poi un terzo, fino a diventare un appuntamento fisso. Si è creata  così l’equipe di Magari, un gruppo compatto e coeso, consolidato dalle cene a casa di Valentina (con il sottofondo musicale delle canzoni di Mannarino) e dagli incontri il mercoledì sera sui divani della Petite Maison, lo squat a Charonne che ci ha accolto ed ospitato per il festival. In poco più di due mesi abbiamo dato il via ad un movimento; ci hanno raggiunto tante persone, volenterose di partecipare e dare una mano. Hanno collaborato con noi fotografi, cineasti, attori e scrittori, musicisti; tutti artisti italiani che cercano di ritagliarsi uno spazio sul palcoscenico parigino.

MAGARA5E noi abbiamo dato loro l’opportunità di farlo il 18 giugno scorso. L’occasione di farsi conoscere, di esprimersi e di mostrare un lato della cultura italiana lontano dai cliché che a volte ci precedono e in gran parte ancora sconosciuto in Francia. Il risultato è stato una serata dalla programmazione ricca e variegata, ritagliata all’interno degli spazi dello squat, che abbiamo a nostra volta occupato, anche se solo per una  giornata. I tre grandi ambienti della Patite Maison sono diventati quel giorno il “cortile, l’acquario e la cava”. Ne abbiamo sfruttato ogni angolo per proporre, dalle 16 fino a mezzanotte inoltrata , un programma fluido fatto di esposizioni di fotografie, proiezioni di cortometraggi, spettacoli dal vivo e concerti. Il tutto in un’atmosfera conviviale e rilassata, allietata da un vero aperitivo all’italiana. Insomma, il primo festival Magari è stato un successo. E’ andato talmente bene che molta gente ci ha chiesto quando ne faremo un altro. E lo rifaremo! Siamo già al lavoro per il prossimo.

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Se volete saperne di più, cercateci nella pagina www.facebook.com/magarifestival.

Si conclude con questo invito la mia romantica storia parigina. Se da una parte Parigi è per certi versi difficile, soprattutto quando si tratta di fare nuove conoscenze e integrarsi con i parigini, che spesso sono grigi e freddi come i tetti di ardesia in pieno inverno, dall’altra è una città molto aperta che accoglie tutti senza fare domande. Un angolo di mondo dove succedono cose, dove si possono fare incontri inaspettati, dove trovare ispirazioni ad ogni angolo di strada. Basta avere la voglia di cercare, di guardare senza filtri, di ascoltare ed assaporare quello che la città ha da offrire. Perché, veramente, a Parigi tutto può succedere!

CHI SIAMO

Dal 2013, Italiani a Parigi.

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