Arriva nelle librerie il dizionario franco-parigino

je parle le parisienPer parlare bene francese non basta averne interiorizzato lessico e grammatica, e chi di inverni qui ne ha visti passare fin troppi sa che padroneggiare la lingua dei fratellastri transalpini vuol dire molto di più, ha imparato a capire che quando uno a una festa dice: “Je vais pas tarder” non significa che vuole tornare a casa presto, ma proprio che si è infilato la giacca da un quarto d’ora e già c’ha un piede dentro al taxi, e che l’annuncio della RATP “L’arrêt n’est pas assuré” non si può tradurre con “boh, alla tal fermata forse si ferma forse no”. No, vuol proprio dire che se la tua fermata per caso era quella lì, ti puoi allegramente attaccare al tram.

Ecco, queste sono semplicemente le basi, un accenno non esaustivo di quell’esercizio di stile tipicamente francese, in alcuni casi entrato addirittura nell’uso, di dire una cosa per sottintenderne un’altra. I parigini in questo sono dei maestri, degli autentici geni. Parlare parigino implica la padronanza, almeno parziale, dei vocaboli più inflazionati della parlata locale del momento, la conoscenza delle principali voci del dizionario francese-verlan e di almeno due o tre tormentoni in voga su Youtube o Canal+. La conversazione con l’indigeno tipico non può considerarsi riuscita in virtù di un mero scambio di informazioni confezionate in una frase grammaticalmente e lessicalmente corretta, perché si nutre inevitabilmente di alcune imprescindibili citazioni (non per forza dotte), di un background comune, di una comunanza di interessi (vera o finta che sia), si costruisce intorno a uno stile di vita, a una forma mentis.

Facciamo qualche prova: se qualcuno vi dice, al termine del suo resoconto di viaggio: “Bref, je suis parti à New York”, lo sapete a cosa fa riferimento quella specifica costruzione di frase? Sareste in grado di tradurre dal parigino all’italiano l’espressione “accident voyageur”? Potreste definire in qualche parola i termini bobo e plan cul régulier? Avete mai ascoltato Radio Nova o France Inter? Vi dicono niente le sigle TL, RT e DM FAIL?

Se avete risposto sì a tutte queste domande allora la vostra padronanza del parigino è eccellente, con tutta probabilità potreste ambire a un livello A2. Se invece vi limitate a una o due su quattro oppure, addirittura, a nessuna, la situazione è grave. Dovete correre ai ripari.

Per fortuna la casa editrice Parigramme arriva in vostro aiuto e vi fornisce Je parle le parisien, un libriccino appena uscito che insegna ai neofiti le principali coordinate life-style della capitale, un manuale che dispensa le nozioni di base del parlare e del vivere parigino, un dizionario décalé, tra il serio e il faceto, che vi aiuterà ad uscire indenni da questa sfilata di moda a cielo aperto, da questo teatrino radical chic, da questo saggio di fine anno in cui se non sai recitare almeno un po’, ti si mangia in un sol boccone.

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Dal 2013, Italiani a Parigi.

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