Parigi, va detto, non è una città particolarmente dog-friendly. Tra la densità di popolazione, i ritmi indiavolati della vita parigina e gli appartamenti minuscoli avere un cane nella Ville Lumière richiede un po’ più di organizzazione che altrove. Inoltre, nonostante i parigini convivano con circa 100.000 cani, la capitale offre pochissimi spazi realmente accessibili. Ecco perché ci è sembrato utile stilare una breve lista delle cose a cui pensare quando si decide di fare il grande passo… E prendere un cane a Parigi. Per farlo abbiamo chiesto aiuto a Fabrizio D’Elia, presidente dell’associazione Les Chiens du Canal, che ci ha raccontato non solo come è nata l’associazione, ma anche un evento previsto per il 30 novembre, aperto a tutti i cani di Parigi… e ai loro padroni.

Qualche consiglio pratico prima di prendere un cane
- Pensare all’adozione prima che all’acquisto
Non è legato alla città, ovviamente, ma il primo consiglio è optare per l’adozione piuttosto che per l’acquisto. C’è da sapere che oltre alla SPA, che tutti conoscono, esistono tante associazioni che operano per far adottare in Francia Metropolitana dei cani dai dipartimenti d’oltremare. In Île de France, ad esempio, il randagismo è quasi inesistente e la maggior parte dei cani senza famiglia proviene da abbandoni, ma la situazione è molto diversa nei DOM-TOM, dove il randagismo è un problema strutturale e migliaia di cani vengono recuperati ogni anno. Per questo molte associazioni metropolitane collaborano con volontari d’oltremare proprio per salvare quegli animali che, in mancanza di adozione, rischiano la soppressione. Oltre a essere una scelta etica, contattare queste associazioni permette spesso anche di trovare un cane in tempi più rapidi!
- Individuare i luoghi accessibili ed entrare in contatto con un’associazione canina del quartiere
Mettersi in contatto con un’associazione locale prima dell’adozione può risparmiare molte fonti di frustrazione al nuovo proprietario di un cane. Queste associazioni conoscono nel dettaglio quali parchi sono accessibili, quali orari sono più vivibili, quali caniparc sono ben gestiti e, soprattutto, come convivono i padroni dei cani con i residenti. A Parigi, infatti, esistono due tipi di spazi aperti ai cani (oltre alle vie pubbliche): i caniparc, dove i cani possono stare liberi, e gli spazi verdi accessibili con i cani tenuti al guinzaglio (troverete una lista aggiornata in questo articolo). Tutto il resto, giardini, square, cortili, è generalmente vietato.
- Informarsi sull’assicurazione veterinaria
In Francia le assicurazioni veterinarie sono sempre più diffuse, e per una buona ragione. Un’improvvisa gastroenterite, un’infezione all’orecchio o un’operazione ai denti possono trasformarsi in spese consistenti. Le formule base partono da 15 euro al mese; quelle medie oscillano tra i 25 e i 40 euro; le formule più complete possono arrivare anche a 70 euro. È un investimento, certo, ma che permette di affrontare gli imprevisti senza ritrovarsi ogni volta davanti a un conto da centinaia di euro.
- I trasporti pubblici parigini con un cane
Attenzione, punto dolente: la capitale accetta i cani in maniera disomogenea. Se in metro e nella RER i cani possono salire senza problemi, purché siano al guinzaglio e con la museruola, gli altri mezzi di trasporto sono molto più restrittivi. Sugli autobus e sul tram, infatti, i cani di taglia media o grande non sono ammessi e solo quelli molto piccoli, che entrano in una borsa, possono viaggiare a bordo. Fanno ovviamente eccezione i cani guida delle persone non vedenti.
- Viaggiare con un cane
Spostarsi fuori Parigi è generalmente più semplice, ma non bisogna sottovalutare il peso economico. In treno il biglietto per il cane è obbligatorio e varia dai 9€ ai 20€ secondo la taglia dell’animale. Come in Italia durante l’estate come misura anti-abbandono le tariffe si abbassano o si propone ai padroni di far viaggiare gratuitamente i propri cani.
Per gli aerei la differenza la fa il peso: sotto gli 8/10 kg il cane può volare in cabina nel trasportino, mentre oltre questa soglia è obbligatoria la stiva. Il problema è che questo tipo di viaggio è estremamente stressante e purtroppo pericoloso per molti animali. Per questo, per viaggiare verso l’Italia molti expat con cane a seguito scelgono il treno.
“A Parigi ci sono 100.000 cani e solo 38 caniparcs”: colloquio con Fabrizio D’Elia, presidente di Les Chiens du Canal
Da dove nasce la vostra associazione?
In modo quasi improvviso. Qualche anno fa, durante una riunione pubblica sul futuro del Canal Saint-Martin, la mairie du Xe annunciò lo spostamento del caniparc storico, quello dello Square de Maure. Quando abbiamo chiesto spiegazioni, ci fu detto che se volevamo informazioni ufficiali avremmo dovuto creare un’associazione. E così abbiamo fatto.
Qual è oggi la situazione degli spazi canini a Parigi?
Parigi non è una città particolarmente accogliente per i cani. In tutta la città ci sono circa 100.000 cani, ma gli spazi dedicati, in cui i cani possono restare liberi, senza guinzaglio e senza museruola sono soltanto 38. Significa una media di 2700 cani per caniparc. Ovviamente questo significa sovraffollamento di questi spazi, il che genera un vero problema di rumore e inquinamento sonoro. Ovviamente nessuno vuole vivere vicino a un caniparc. Sinceramente neppure io ci vivrei… Perché appunto essendo così pochi sono veramente sovraffollati. Prendo l’esempio del Xe arrondissement, dove vivo io… Qui ci sono 4.000 cani per 83.000 abitanti, quasi 3.000 cani per km², un solo caniparc [di fronte al Point Éphémère, il nuovo spazio che ha rimpiazzato quello storico dello Square de Maure ndr] e un solo square accessibile con un cane al guinzaglio. Per il resto tutti gli altri giardini o square sono vietati ai cani, anche al guinzaglio.
E al di là del Xe arrondissement?
Ci siamo resi conto che con le elezioni municipali in arrivo, la questione degli spazi per i cani a Parigi aveva un certo peso politico. Per questo ci siamo federati con altre associazioni e contribuito a creare PARCC, una rete che oggi riunisce più di una decina di associazioni di quartiere. L’obiettivo è quello di dialogare con i vari candidati, con le mairies d’arrondissement e con la mairie centrale per trovare delle soluzioni realistiche che siano un buon compromesso tra i padroni di cani e tutti gli altri abitanti della città.
E siete molto rappresentativi?
Facendo due conti il PAARC rappresenta circa 40 000 cani su 100 000 presenti nella capitale. Non è poco.
Quali sono i vostri progetti in corso?
In questo momento stiamo cercando di capire come fare perché la futura promenade del Canal Saint-Martin (dove prime c’era il vecchio caniparc) sia fruibile anche per i cani e per chi li accompagna, magari al guinzaglio, magari senza almeno a certi orari… E poi, due volte l’anno organizziamo degli eventi aperti a tutti, e il prossimo è previsto il 30 novembre al Point Éphémère!
E quindi, per tutti i lettori di PG con cane a seguito… ecco qua le info per partecipare a questa festa per i nostri amici a quattro zampe (ho resistito per tutto l’articolo senza usare questa espressione, ma alla fine ho ceduto, ammetto!)

Dopo l’edizione estiva, la festa dei cani del quartiere torna in versione invernale, al Point Éphémère dalle 12h alle 17h. Quest’anno l’evento sarà al chiuso e riunirà artigiani, creatori di accessori, giochi, un piccolo percorso agility e (udite udite)… cappuccini per cani.
Saranno presenti associazioni dedicate alle adozioni, volontari che lavorano con i cani provenienti dai dipartimenti d’oltremare e il Patt’mobile, un servizio taxi specializzato nei trasporti pet-friendly.
Prima dell’apertura, dalle 11h alle 12h, si terrà una raccolta di oggetti usati, come guinzagli, ciotole, cappotti, giochi…che saranno rivenduti nella brocante solidale per sostenere l’associazione.
Foto di copertina di Valeriia Kryshchuk su Unsplash




