A pochi giorni dall’inaugurazione delle Olimpiadi, Paris Aéroport aiutato dalle agenzie Super! Playgroundlove, la Blogothèque e Boogie Drugstore, ha invitato gli Air, Etienne De Crecy e i Phoenix ad esibirsi su un palco d’eccezione: il tetto del Terminal 1 dell’aeroporto Roissy-Charles-De-Gaulle.
Resoconto di una serata memorabile all’insegna della French Touch.
Testo: Gloria Liccioli e Giovanna Castelli
Prendere la RER B in direzione nord, un giorno di lavoro, all’ora di punta. È un’esperienza che, generalmente, rasenta la sofferenza: la calca, i ritardi, la folla stressata. Questa sera è diverso. Sì, ci troviamo alla Gare du Nord per prendere la RER B, direzione Roissy Charles de Gaulle. Ad aspettarci è un viaggio… nella musica. Una spedizione immersiva nella French Touch, quel movimento nato in Francia negli anni ’90 e che ha rivoluzionato la scena musicale mondiale dell’epoca, creando un ponte tra la musica elettronica e la cultura pop.
A questo punto forse vi starete chiedendo: che c’entra l’aeroporto con la French Touch?
A pochi giorni dall’inaugurazione delle Olimpiadi, Paris Aéroport, si è rivolto alle agenzie Super! Playgroundlove, la Blogothèque e Boogie Drugstore per trasformare il tetto del Terminal 1 in un palco d’eccezione. Insieme, hanno invitato gli Air, i Phoenix ed Etienne De Crecy ad esibirsi con l’obiettivo di celebrare dal vivo la cultura musicale francese. Con la collaborazione di Amazon Music, il concerto del 17 luglio è stato trasmesso in diretta su Twitch e Prime Video, permettendo a milioni di spettatori di partecipare virtualmente a questa serata memorabile. Parigi Grossomodo si è unito ai fan fortunati che si sono accaparrati i 2000 biglietti gratis messi a disposizione sulla piattaforma Dice, esauriti in un decimo di secondo.
Arrivati a Charles de Gaulle, si seguono le indicazioni come in un gioco di pista. L’affiche nera, lilla e verde fosforescente dell’evento Terminal 1 ci guida fino agli ascensori che portano laddove nessun viaggiatore comune è mai stato: il tetto del terminal 1 dell’aeroporto. Biglietti verificati, controlli di sicurezza passati, ci si ritrova finalmente sull’altana del terminal. Nessun aereo da prendere, solo il cielo blu di luglio e il viavai di aerei che decollano intorno a noi, scomparendo nell’orizzonte, portando turisti, vacanzieri e uomini e donne d’affari verso le loro destinazioni. Noi restiamo a terra, ma con la testa tra le nuvole, pronti per un viaggio nel tempo e nella musica.
Il bel tempo e il profumo di grigliata che arriva dallo stand della ristorazione contribuiscono a ricreare l’atmosfera da festival. Il pubblico è eterogeneo: le età si mescolano, così come le risate e le conversazioni. Nella prima parte della serata, a tenere banco sono due Djettes: Inès Mélia e Izzy Lindqwister. Inès, artista poliedrica, il cui talento spazia dal sound design alla visual art, dà inizio alle danze con un set che mescola sonorità elettroniche raffinate. La segue la svedese Izzy Lindqwister, che con il suo stile sfaccettato, mixa reggae, dub e dancehall, creando un tappeto musicale dalle sonorità insolite, dalle transizioni sorprendenti.
L’energia è palpabile, la musica fluisce avvolgendo la folla in un abbraccio ritmato. Lo sguardo si alza verso l’orizzonte al crepuscolo, seguendo le scie luminose degli aerei che decollano, mentre le orecchie sono catturate dai beat che pulsano nell’aria. E mentre il sole cala, dipingendo il cielo di rosa e arancio, il palco si illumina, pronto ad accogliere i grandi nomi della French Touch. Che il viaggio abbia inizio.
Alle 21 in punto, gli AIR, vestiti di bianco dalla testa ai piedi, salgono sul palco senza proferire parola. Un lungo pezzo strumentale, nel loro inconfondibile stile etereo, si propaga nell’aria. Il pubblico ondeggia, dolcemente, fino al momento che tutti aspettavamo: “Sexy Boy”. Le prime note accendono l’entusiasmo degli spettatori, che cantano e danzano, sempre più entusiasti. E quando arriva “Kelly Watch the Stars” un’onda di euforia collettiva ci travolge.
Ad un certo punto, una macchia nera si infila nel bianco spettrale del palco: Thomas Mars, il cantante dei Phoenix, sale sul palco e canta con Nicolas Godin: la famiglia della French Touch va ancora d’accordo! Il concerto procede in maniera impeccabile, cronometrato al minuto, come impongono le esigenze della ritrasmissione in diretta. Ma questa asetticità ben si addice allo stile evanescente degli AIR, che alle 21:45 in punto, abbandonano il palco silenti per lasciare la scena a Etienne de Crécy.
Etienne ci fa ballare riportandoci nelle indimenticabili notti d’estate di fine anni 90. Il DJ lancia i suoi più grandi successi, come “Prix Choc”. Il pubblico si dimena… e a dire il vero, a guardarlo in faccia mentre mixa, si vede che si diverte anche lui. Alla fine della sua performance, senza dire una parola ma con un grande sorriso, scavalca la barriera accanto alla console e scompare.
È il momento dei Phoenix, i più rock della grande famiglia French Touch. Infilano uno dietro l’altro i loro grandi successi: “Lisztomania”, “Too Young”, senza dimenticare qualche brano più recente, tratto dall’ultimo album “Alpha Zulu”. Loro, nonostante la diretta, nonostante il tempo contato, proprio non ce la fanno a non parlare. Salutano il pubblico, lo ringraziano, e forse vorrebbero dire di più, ma poi: “più parliamo e meno cantiamo”… E non sia mai! Così “If I Ever Feel Better”, la intona tutto il tetto del terminal 1 di Charles de Gaulle. Gli ultimi pezzi elettrizzano tutti quanti, e Thomas Mars si lancia perfino in uno stage diving ben riuscito.
È l’ora della fine. Diamond Braxe prende la staffetta per il DJ set finale e il pubblico lentamente inizia a defluire, direzione taxi e VTC. Facciamo il viaggio al contrario, lasciando l’aeroporto verso Parigi. È mercoledì notte e iniziano già a far capolino le preoccupazioni per il lavoro dell’indomani mattina. Ci sentiamo un po’ come dopo una vacanza improvvisata: stanchi, ma felici e fortunati.
Proprio come al ritorno di un bel viaggio.