E’ primavera, il sole splende, fa ancora fresco. Fossimo in campagna si sentirebbe nell’aria il profumo dei fiori, dell’erba bagnata dalla rugiada, il suono dei passerotti che cantano. Invece siamo a Parigi e non si sente un bel niente: qui il ciclo delle stagioni è scandito dal succedersi delle mostre, delle fiere, delle rassegne. Ogni trimestre porta con sé molte novità e alcuni appuntamenti fissi, quelli che, cascasse il mondo, si ripetono fedelmente tutti gli anni. Se novembre è consacrato alla fotografia, giugno alla musica, marzo e aprile sono i mesi del documentario: a Parigi sai che è primavera quando comincia il Cinéma du réel.
Giunto quest’anno alla sua 38° edizione, si terrà, come di consueto, nelle sale del Centre Pompidou, dal 18 al 27 marzo.
Quattro sono le competizioni nelle quali si iscrivono le decine di film presentati: la Compétition internationale, la Compétitition française, la Compétition internationale premiers films e la Compétition internationale courts métrages.
A questi si aggiungono tavole rotonde, appuntamenti destinati ai professionisti, approfondimenti e proiezioni speciali dedicate alla presentazione di nuovi talenti o alle avant-premières dei grandi nomi del cinema documentario.
Ogni anno il festival consacra una sezione della sua programmazione a un paese in particolare. Questa è la volta dell’Albania. Grazie a una collaborazione con l’Albania Cinema Project, principale fautore della preservazione e della restaurazione del patrimonio cinematografico del paese, potremo ripercorrerne settant’anni di storia, addentrandoci nel sottile equilibrio tra censura e verità, in quello spazio di libertà ingegnosamente sfuggito alle maglie del potere.
Accanto alle rassegne dedicate al lavoro di Akram Zaatari, con le sue creazioni sovversive e provocatrici a cavallo tra video e arte contemporanea, e a quello del binomio Florence Jaugey e Franck Pineda, quest’anno il festival proporrà un excursus sull’opera di un cineasta italiano tutto da riscoprire: Franco Piavoli. Personaggio discreto, risolutamente provinciale, fu scoperto nel 1979 da Marco Bellocchio, che inserì alcuni suoi cortometraggi di gioventù in una serie di film sul cinema amatoriale italiano. Dopo un passaggio alla Mostra di Venezia e una nomination agli Oscar nel 1982 con il film Il pianeta azzurro, Piavoli fu dimenticato. Al Cinéma du réel va il merito di riproporci, attraverso questa inattesa retrospettiva, un’opera interessantissima, a metà strada fra documentario e cinema sperimentale, che mette al centro la sobria bellezza della natura e sa scavare con pazienza e curiosità nella vita del suo microcosmo, quello di Pozzolengo, città di provincia e al tempo stesso metafora dell’universo intero.
Insomma, una maratona di dieci giorni, una novantina di film, quattro competizioni, mostre, appuntamenti speciali, per andare a curiosare in giro per il mondo, fra passato e presente.
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