Ex primo ministro sotto la presidenza Sarkozy, François Fillon ha sbaragliato a sorpresa tutti i suoi concorrenti alle primarie di fine novembre, riportando una stracciante vittoria su Alain Juppé, suo avversario al ballottaggio. Candidato del partito Les Républicains alle elezioni presidenziali francesi del prossimo anno, di lui si dice sia il rappresentante di una destra décomplexée. Infatti, che il suo programma sia delineato apposta per compiacere gli interessi dei grands patrons (e di pochi altri) non è un mistero per nessuno. Niente stratagemmi, nessun sotterfugio o nascondiglio, la sua linea politica è chiara come il sole:
“Quello che voglio è che il 1° luglio i due o tre ministri incaricati delle riforme (essenzialmente i ministri dell’economia, delle finanze e del lavoro) arrivino già con dei testi pronti e, con una sorta di Blitzkrieg, utilizzando tutti i mezzi consentiti dalla V Repubblica (i decreti, i voti bloccati, il 49.3…, insomma tutto il necessario), nello spazio di due mesi, senza interruzione estiva, facciano passare in Parlamento le sei o sette riforme fondamentali che cambieranno il clima dell’economia e del lavoro nel nostro Paese. Mi riferisco, ovviamente, all’abrogazione delle 35 ore e alla soppressione della durata legale del lavoro (rinviandola alla negoziazione aziendale senza obbligo alcuno), al nuovo codice del lavoro, alla riforma della fiscalità del capitale, fondamentale per rilanciare l’attività economica nel nostro Paese, alla riforma della disoccupazione, alla riforma dell’apprendistato e alle misure economiche sul budget dello Stato e sul suo funzionamento”.
Questo discorso, che Fillon ha pronunciato lo scorso 10 marzo davanti a un pubblico composto dai patrons membri della Fondation Concorde, think tank della destra imprenditoriale francese, riassume in estrema sintesi le linee economiche del suo programma.
Ecco qualche coordinata per aiutare i meno avvezzi a snocciolarlo nelle sue parti più controverse:
- quando Fillon parla di “tutti i mezzi consentiti dalla V Repubblica” fa riferimento a tutta una serie di disposizioni consentite dalla Costituzione che permettono di far approvare una legge senza o con scarso dibattito parlamentare.
Il vote bloqué è una procedura che obbliga i deputati a pronunciarsi pro o contro una riforma nella sua totalità, impedendo dunque l’espressione di una preferenza articolo per articolo.
Il 49.3, la “fiducia” in italiano, consente di far passare una legge senza dibattito parlamentare. L’unico mezzo che il Parlamento può mettere in moto per impedire l’adozione del testo è la motion de censure (in italiano “mozione di sfiducia”), che, firmata da almeno 58 deputati, provoca la caduta del governo.
- le 35 ore: con l’eccezione di alcuni settori, la settimana lavorativa in Francia è fissata a 35 ore, al di là delle quali tutte le ore lavorate sono da considerarsi straordinari e pagate di più. Con la cosiddetta Loi travail, l’attuale governo socialista, sotto la presidenza Hollande, è riuscito a delegare ad accordi aziendali la negoziazione del tasso di maggiorazione applicato. Fillon vorrebbe eliminare tout court le 35 ore, lasciando alle imprese la possibilità di fissare “sans contraintes” la durata della settimana lavorativa. Alcuni dei suoi rivali, fra cui Alain Juppé, battuto al ballottaggio il 27 novembre, avevano ipotizzato il ritorno alle 39 ore: Fillon non vuole porre alcun limite. In buona sostanza: prepariamoci a lavorare di più e a dire addio agli straordinari.
Ha fatto notizia la posizione di François Fillon su alcuni altri punti fondamentali:
La riforma dell’assurance chômage
Fillon intende limitare l’indennità di disoccupazione al 75% dello stipendio di riferimento e renderla decrescente a partire dal 6° mese di inattività.
La riforma dell’assurance maladie
Dei dettagli ancora poco chiari di questo proposito fillonesco, il partito dei Républicains sta discutendo proprio in queste ore. Per comprendere l’idea nebulosa alla quale il candidato di destra alle presidenziali francesi pensa è necessaria la conoscenza preliminare della distinzione fra la Sécurité sociale e le mutuelles. La cosidetta Sécu è pubblica, obbligatoria e gratuita, garantisce un rimborso a un tasso definito dalla legge sulle prestazioni mediche. Le mutuelle sono invece degli organismi assicurativi privati, a cui è facoltativo affiliarsi, i quali garantiscono un rimborso (variabile in base alla polizza scelta) sulle prestazioni non prese in conto dalla Sécu. Ecco, Fillon vorrebbe che la Sécu si occupasse soltanto delle malattie gravi e di lunga durata, lasciando alle assicurazioni private il compito di rimborsare eventuali spese relative a cure che definisce “di conforto”.
La riforma del settore pubblico
Quella voluta da Fillon sarebbe una riforma che interesserebbe più di 5 milioni di persone, tante quanti i fonctionnaires (impiegati statali) in Francia. L’idea è quella di portare la durata settimanale dell’orario di lavoro dalle 35 alle 39 ore, il che consentirebbe di sopprimere 500.000 posti di lavoro.
Opinioni sull’aborto
Cattolico conservatore, Fillon ha molto spesso ammesso di essere personalmente contrario all’aborto, ma di non avere alcuna intenzione di mettere in discussione il diritto della donna all’interruzione volontaria di gravidanza.
Per saperne di più: Le programme de François Fillon, Lemonde.fr