Incinta a Parigi

Esiste un ritardo che spaventa pure la gente che arriva al cinema mezz’ora dopo l’inizio del film e che dimentica di pagare l’affitto un mese su due. Ma il mese scorso non erano già venute con quattro o cinque giorni di ritardo ? Boh, ma chi se lo ricorda… Aspetti ancora un paio di giorni e poi ti decidi : vai in farmacia e compri il test de grossesse.

Ed è così, seduta sulla tazza in quel cubicolo del wc separato del tuo appartamento parigino, che scopri di essere incinta.

Munch

Essenzialmente hai tre reazioni possibili:

  1. Sei felice
  2. Hai paura
  3. Non sai chi è il padre

Qualunque sia la reazione iniziale, se alla fine della crisi di pianto, di riso o di nervi la decisione è quella di proseguire nella gravidanza ed entrare nel magico mondo delle mamme, ecco, più o meno, la mappa del percorso da seguire per avere un figlio a Parigi [che poi magari è la stessa cosa pure a Trieste o a Caltanissetta, ma visto che forse chi ci legge non è partito dall’Italia dopo aver messo al mondo una squadra di baseball, anche cose che sembrano ovvie possono essere utili n.d.r.]

Sei incinta, quindi, stando alle barrette blu sul tuo test di gravidanza. Che fare? Prima di tutto, per non sbagliare, vai dal dottore che conferma la gravidanza dopo aver effettuato un test delle urine. Una volta che sei sicura che sei proprio incinta (anche se magari ancora non riesci a crederci), prenoti la visita ginecologica, più o meno per il secondo mese.

Oltre a visitarti il ginecologo a questo punto fa due cose molto utili. La prima è prenotare la prima ecografia, che si effettua, in genere, entro la dodicesima settimana. La seconda è farti una déclaration de grossesse, uno di quei bei fogli che piacciono tanto ai francesi. A dire il vero se sei fortunata e il tuo medico è abbastanza tecnologico può darsi pure che faccia direttamente la dichiarazione online ma io non ci spererei troppo.

Comunque entro il terzo mese ti conviene inviare la declaration de grossesse alla sécu e alla CAF: dalla dichiarazione fino al quinto mese di gravidanza tutti gli esami medici obbligatori sono rimborsati dalla sécu al 100%, mentre le 2 ecografie effettuate prima del sesto mese sono rimborsate al 70%. Dal primo giorno del sesto mese fino al dodicesimo giorno dopo il parto tutte le spese mediche rimborsabili (analisi, medicinali e compagnia bella), in relazione o no con la gravidanza, sono coperte al 100% dalla sécurité sociale e tu sei esonerata dall’anticipare le spese (in pratica la sécu non ti rimborsa nei giorni a venire, ma interviene direttamente al momento del pagamento). Bon a savoir, avete diritto a 7 sessioni di corso preparto, da concordare con la vostra maternità.

Infine, e mi sembra la cosa più figa di tutte (ma forse devo rivedere le mie priorità), diversi supermercati (Auchan, Carrefour, Monoprix), ti consegnano gratuitamente la spesa a domicilio una volta dichiarata incinta.

Una volta arrivate al secondo mese scatta l’iscrizione alla maternità. Prima la fai meglio è, anche perché a Parigi, nonostante il tasso elevatissimo di donne con passeggino, non è che i posti nelle maternità pubbliche pullulino. Una volta scelta la maternità, hai un primo appuntamento al terzo o al quarto mese: puoi scegliere se farti seguire dalla maternità fin dal quarto mese o continuare a farti seguire dal tuo medico fino al settimo.

Piano piano siamo arrivate quindi alla dodicesima settimana, quella della famosa ecografia, che coincide anche con il test delle anomalie genetiche (per informazione: in Francia l’interruzione di gravidanza è consentita fino al nono mese nel caso in cui il feto presenti anomalie gentiche gravi “si l’enfant à naître est atteint d’une affection particulièrement grave et incurable.”)

I mesi successivi si succedono, scanditi dalle visite mensili, dagli esami della toxoplasmosi e dai corsi di preparazione al parto che avete scelto (che vanno dai comuni corsi con le sages femmes a proposte più… esotiche, come l’agopuntura, lo yoga o la sofrologia -sic -). Arrivate, infine, all’ottavo mese, si impone la visita con l’anestesista, nel corso della quale siete sottoposte a esami pratici. Fuori di questione sottrarvisi, anche se decidete di non fare l’epidurale, perché la visita è obbligatoria: non sia mai che una volta arrivate al giorno X decidiate tra una contrazione e l’altra di chiedere la punturina.

La cameretta è pronta (viola, perché ti sembrava un buon compromesso tra il rosa e l’azzurro) e ormai la pancia ti precede di un bel po’ in ogni luogo in cui vai: sette giorni prima lo scadere del termine ti tocca un ultimo monitoraggio, nel corso del quale il medico controlla il battito cardiaco del nascituro: tutto bene, non vi resta che aspettare… ma non troppo! In Francia, infatti, è prassi comune provocare il parto 48 ore dopo lo scadere della data limite.

Una volta nato il bambino, mentre ancora ti stai riprendendo dallo sforzo e i parenti fuori stappano le bottiglie (venissero a darlo a te un bicchiere di spumante, maledetti!), il neo-papà (o qualcun altro se la tua prima risposta è stata C) dovrebbe praticamente già correre in comune. Ok, esagero: l’importante è che il bimbo sia registrato alla Mairie del luogo di nascita entro tre giorni. Una volta fatto, la vostra creaturina è infine ben inserita in una casellina della burocrazia francese, e tutti siamo più sereni. Ricordatevi anche di dichiarare il pupo alla vostra cassa d’Assurance Maladie (per fortuna si fa online!): una volta ricevuta conferma che tuo figlio è stato correttamente registrato i due genitori possono aggiornare le due cartes vitales aggiungendovi il nuovo nato. Se siete già belli impanicati dalla burocrazia post-partum, vi invitiamo a leggere i nostri articoli su come Come dichiarare la nascita di un figlio e su Come ottenere un posto in crèche.

Sfatiamo un mito: se sia voi che il padre del figlio siete stranieri, il frugoletto non “nasce francese”. Dal 1994, infatti, la cittadinanza francese non è più automatica per i nati sul territorio nazionale. Il nato in territorio francese da genitori stranieri può ottenere la cittadinanza facendone richiesta purché sia vissuto stabilmente sul territorio dello Stato per almeno 5 anni.

Mentre qualcun altro (almeno, te lo auguro) si occupa di tutta questa pappardella burocratica, tu puoi restare in ospedale dove una sage femme (in italiano si dice ostetrica, lo so, ma volete mettere quanto è più figo “donna saggia”?) ti insegna a tenere in braccio il bimbo, a lavarlo senza affogarlo, ad allattarlo senza strozzarlo… Insomma, tutte cose che potrebbero rivelarsi utili nei mesi a venire.

Torni infine a casa con il pupo, dove hai diritto a ricevere la visita di un’ostetrica che verifica che entrambi (tu e il pargolo) siate in buona salute e controlla se hai imparato le lezioni precedenti o se hai bisogno di un ripassino!

CHI SIAMO

Dal 2013, Italiani a Parigi.

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