Le vacances scolaires in Francia

Facciamo un gioco.

Vi proponiamo tre situazioni sgradevoli, tutte accomunate da un’unica causa, tipicamente francese, che dovete indovinare. La vostra capacità nel rispondere al quesito sarà una cartina tornasole del vostro progresso di integrazione… Ma bando alle ciance: cominciamo!

Situazione 1

Per un evento al quale state lavorando dovete chiedere un’autorizzazione di occupazione del suolo pubblico alla prefettura di Blois. Dopo due giorni che chiamate invano il servizio competente, vi decidete a passare dallo standard. La centralinista vi risponde con un’aria tra lo scocciato e l’impietosito che al servizio competente non troverete nessuno fino alla settimana prossima perché…

Situazione 2

Il vostro mal di schiena, assopito da un po’, torna a farsi sentire di botto, e vorreste prendere un appuntamento in urgenza dal kiné. Non trovando disponibilità su Doctolib chiamate l’ambulatorio, e la voce soave della segretaria vi informa che no, il dottore non sarà presente tutta la settimana perché…

Situazione 3

Vi siete appena fatti lasciare dalla vostra dolce metà, così, di punto in bianco. Un caro amico che ha appena comprato casa in Bretagna vi scrive di andare a passare il finesettimana da lui. Un paio di giorni tra amici: cosa c’è di meglio per tirarsi su di morale? Appena attaccate il telefono, aprite l’applicazione dell’SNCF per cercare un treno e… sorpresa! Nessun posto disponibile, tranne una partenza alle 23:22 da Montparnasse alla modica cifra di 380€. Niente week-end in Bretagna per voi: ma, ovvio, è perché…

 

Se avete risposto “ce sont les vacances scolaires”: bravi avete indovinato! Avete vinto la nostra comprensione. Altrimenti, significa che non siete arrivati nell’Esagono da abbastanza tempo per conoscere la regola di base sulla quale si costruisce la società francese. La legge fondamentale dello Stato. Il primo articolo non scritto della Costituzione repubblicana:

«  La France est une République indivisible, laïque, démocratique et sociale. Elle se base sur les VACANCES SCOLAIRES. »

Ma cosa sono queste vacances scolaires, che hanno il potere di paralizzare i trasporti di un intero Paese, di svuotare gli uffici, di complicare la vita di chiunque, non solo dei genitori, ma anche – incomprensibilmente! – di chi i marmocchi non solo ha deciso di non averli, ma non vuole vederli neppure in fotografia?

Per rispondere a questa domanda, dobbiamo dare un’occhiata al calendario scolastico francese. La scuola, in Francia, comincia a inizio settembre (la famosa rentrée!) e finisce a inizio luglio. Fino a qui, tutto sembra filare liscio… e invece no! Perché il vero problema è proprio tra settembre e luglio: in Francia, infatti, gli alunni hanno dei periodi di vacanza dalla scuola di due settimane ogni mese e mezzo circa. Vi lascio fare i vostri conti: in pratica ogni sei settimane di scuola ce ne sono due di vacanze.

Facciamo un po’ di chiarezza: questo non significa che in Francia ci siano più settimane di vacanza che negli altri paesi europei (in media, il quadro generale nei paesi aderenti al programma Erasmus+ è abbastanza omogeneo, con una forchetta di 100-120 giorni complessivi di vacanza all’anno per la stragrande maggioranza dei paesi), bensì che invece di concentrarle tutte in estate come in Italia (che – sia detto per inciso – è malgrado i suoi tre mesi di vacanze estive uno dei paesi con più giorni di scuola in Europa) hanno deciso di disseminarle lungo tutto l’anno scolastico, con gran gioia (ehm… no) dei genitori… E di tutti gli altri!

Perché, chiuse le scuole, i genitori hanno essenzialmente tre soluzioni per gestire gli amati pargoli durante le lunghe giornate lavorative: la prima è parcheggiarli nei centres de loisir (che sono generalmente organizzati dal comune, come il doposcuola – étude in francese). Va da sé che, se il vostro stipendio è uno stipendio normale, l’opzione di prendere una babysitter per coprire le lunghe ore lavorative durante due settimane non è propriamente fattibile… O meglio, lo è, a condizione di accettare di lavorare tutto il mese unicamente per pagare queste due settimane di babysitteraggio.

La seconda sono i nonni, vicini o lontani che siano. La terza – quando è possibile (il che spesso significa se avete un CDI, un posto da cadre e – soprattutto – non lavorate per un’azienda in sotto effettivo cronico) – è prendere le ferie dal lavoro durante les vacances scolaires. Ed ecco qua che ci avviciniamo al momento della collisione tra il mondo dei genitori e quello degli altri esseri umani… il momento in cui les vacances scolaires passano dalla dimensione privata della gestione familiare a una catastrofe nazionale. I treni si congestionano di bambini strabordanti di energia spediti da un lato all’altro dell’Esagono per passare una settimana dai nonni materni e una dai nonni paterni oppure – ancora peggio – da famiglie Brambilla in vacanza che si accumulano all’ingresso di castelli, parchi naturali e siti archeologici con prole a seguito. Biblioteche e piscine pubbliche cambiano i propri orari, le tariffe dei trasporti nazionali schizzano alle stelle. Gli uffici si svuotano, colleghi una volta affidabili spariscono lasciando ai nullipari della ditta la gestione del servizio… E pensate che non data più di una settimana una proposta da parte di alcuni senatori di ridurre il diritto di sciopero durante les vacances scolaires! Et puis quoi encore!?

 

Per rendere il tutto più complicato la Francia è divisa in tre zone, ognuna delle quali ha un calendario di vacances scolaires diverso, come potete vedere qua sopra. Eccezion fatta per le vacanze di Natale e quelle della Toussaint, tutte le altre variano secondo la zona dove si trova lo stabilimento scolastico. In questa maniera,  Se all’origine di questa decisione ci sono ragioni pratiche ed economiche di buon senso (hotel, siti turistici e stazioni sciistiche dovrebbero così riuscire ad accogliere tutti e a ridurre il congestionamento), il problema che ne consegue è che alla fine della fiera sono sempre les vacances scolaires da qualche parte in Francia!

 

 

Foto di copertina: yěyè yēyé su Unsplash

 

CHI SIAMO

Dal 2013, Italiani a Parigi.

Torna in alto