« Loi travail », cosa prevede?

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Quando il 18 febbraio 2016 la proposta di riforma del codice del lavoro avanzata dalla ministra El Khomri è stata svelata per la prima volta, era difficile passasse inosservata. Per comprendere la portata della sorpresa presso l’ala più a sinistra del partito al governo, i sindacati e la società civile, basti ricordare la reazione, ripresa dal sito de Le Monde, del consigliere regionale UMP d’Ile de France, Pierre-Yves Bournazel.

Pierre-Yves Bournazel

Un movimento spontaneo si è dunque organizzato dando vita a una petizione on line per il ritiro della proposta di legge – arrivata a più di un milione di firme – e a un appello a rassemblement in place de la République alle 14 del 9 marzo, data inizialmente prevista per la discussione del progetto di legge al consiglio dei ministri, successivamente rinviata di un paio di settimane. I sindacati (CGT, FO, FSU, Solidaires, UNEF, UNL, FIDL) dal canto loro, hanno aderito alla protesta indicendo una manifestazione alle 12:30 dello stesso giorno con partenza dalla sede del Medef (la Confindustria francese). Gli studenti cominceranno la mattina, con assemblee e dibattiti. Insomma, una grande mobilitazione. Quali ne sono allora le ragioni?

Ecco i punti più controversi della cosiddetta « loi travail »:

  • Diminuzione degli stipendi e aumento delle ore di lavoro

Tramite un semplice accordo aziendale, per ragioni non necessariamente determinate da difficoltà economiche, il datore di lavoro potrà, per una durata massima di cinque anni, imporre una diminuzione dello stipendio o un aumento delle ore di lavoro. I dipendenti saranno obbligati ad accettare, pena il licenziamento.

  • Tempo di lavoro e straordinari

Attualmente la durata settimanale di un contratto di lavoro a tempo pieno è fissata a 35 ore. Al di là, cominciano le ore supplementari, pagate almeno il 10% in più, a meno che l’accordo di settore non preveda un tasso più vantaggioso per il salariato. Con la nuova legge, anche qualora un accordo di settore preveda un tasso più vantaggioso, prevarrà l’accordo aziendale.

La durata massima di ore settimanali è fissata a 44 ore e quella giornaliera a 10 ore. La nuova legge prevede che con un semplice accordo aziendale si possa passare a 46 ore settimanali e a 11 giornaliere.

  • Licenziamento per ragioni economiche

Attualmente un datore di lavoro può licenziare qualora l’azienda si trovi in difficoltà economiche oppure sia costretta a chiudere. La nuova legge ridefinisce il concetto allargandolo al caso in cui l’azienda consideri che una riorganizzazione sia “necessaria al mantenimento della competitività sul mercato”.

Se licenziato per ingiusta causa, l’indennizzo che il salariato potrà reclamare ai prud’hommes, avrà, con la nuova legge, un tetto massimo che andrà dai 3 mesi, per chi ha meno di due anni di anzianità, ai 15 mesi, per chi ne ha più di venti.

  • Congedo per il decesso di un familiare

Attualmente fissata dalla legge ad almeno due giorni, la durata del congedo sarà decisa da un accordo di settore oppure aziendale.

  • La reperibilità

Le ore di reperibilità saranno considerate alla stregua delle ore di riposo settimanale e di conseguenza non retribuite.

And so on…

Per saperne di più appuntamento su loitravail.lol

Vi vogliamo lasciare con le immagini e le parole di una straordinaria intervista di qualche mese fa alla ministra del lavoro El Khomri, attualmente sotto i riflettori. Siamo in buone mani.

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