Parigi e i buoni propositi

Reduce da un anno dimmerda come non se ne vedevano dai tempi in cui portavo l’apparecchio ai denti, mi risolvo a cominciare il 2014 scrivendo una lista di buoni propositi.

buoni propositi1. Leggere di più; 2. Vedere più film; 3. Lottare contro la cellulite… Poi guardo il muro di camera mia in cerca di ispirazione. Vuoto. ‘na tristezza. ‘na desolazione. Le uniche cose che c’ho attaccato sopra sono la locandina di un festival del cinema muto di Pordenone risalente a due anni fa e un planisfero. Dopo più di un anno in questo appartamento, non ho ancora comprato le tende. Allora scrivo:

4. Bisogna che la smetta di vivere come se dovessi partire domani. Che sono cinque anni e mezzo che abito a Parigi e il forfait per il cellulare l’ho fatto solo qualche mese fa, ma solo perché era senza engagement. È che gliene voglio per tanti motivi a questa città, ma in fondo la amo. È ora di farci pace. Per una serie di ragioni.

Per esempio, se accettassi il fatto che non partirò domani, potrei fare l’abbonamento a una rivista o a un quotidiano spendendo molti meno soldi rispetto a quelli che dovrei sborsare se acquistassi ogni nuovo numero in edicola. Stesso discorso per il cinema, mi vedrei tutti i film che voglio per 20 euro al mese. Potrei farmi l’abbonamento alla MEP e andarci quando voglio senza farmi due ore di coda al freddo come è successo una settimana fa. Potrei addirittura investire in un anno di Autolib’ e concedermi tante uscite fuori-porta durante il weekend. Se mi iscrivessi all’AIRE, non dovrei pagare le tasse in due paesi, ma soltanto in uno, col vantaggio, inoltre, di potermi rivolgere al consolato per rifare i documenti la prossima volta in cui smarrirò il portafogli. Insomma, piccole cose, però il rapporto qualità-prezzo della mia vita subirebbe un timido aumento e se ne rallegrerebbe lo spirito.

Tanto più che Parigi ha i suoi difetti, ma anche pregi immensi.

È inverno, fa freddo, non c’hai una mazza da fare, puoi scegliere tra andare al cinema a vederti l’ultimo Leone d’Oro, l’americanata in 3D, una pellicola coreana oppure un vecchio film della Nouvelle Vague, perderti al Louvre, scoprire un museo del quale ti hanno tanto parlato e che non sei ancora andato a visitare, farti una mostra, andare a un concerto, a un vernissage, a teatro, goderti una serata al circo, quarantamilacinquecento cose disponibili e a portata di mano tutte nell’arco di 24 ore.

È estate, fa caldo, non c’hai una mazza da fare, puoi prendere un aperitivo sul Canal Saint-Martin, giocare a bocce sul Canal de l’Ourcq, ballare il tango sulla Senna, andare al cinema all’aperto alla Villette, affittare una barchetta ai giardini di Versailles, fare thai-chi al Buttes Chaumont, pattinare fino al Bois de Vincennes, perderti al Bois de Boulogne, far finta che ci sia il mare a Paris Plage.

Della metro ti puoi lamentare finché ti pare, ma c’è poco da fare, funziona bene.

E se ne hai abbastanza, ti compri una bici o ti affitti un Velib’ e pedali.

Parigi è costosa, ok, ma non dimentichiamo che ci sono anche bar in cui la pinta è a 3 euro. La piscina costa una manciata di euro, più o meno la stessa tariffa oraria di uno dei corsi della Mairie. Praticamente tutti i musei importanti fanno una notturna a settimana in cui l’entrata è gratuita, come la prima domenica del mese. Se riesci a imbucarti a un vernissage c’è pure modo di sgranocchiare qualcosa e farsi un bicchierino di champagne offerto dalla casa.

Quanto ti senti fica quando nella tua quotidianità di parigina adottiva media vedi spuntare in fondo al tuo campo visivo la Tour Eiffel?

Quanto è meglio essere single a Parigi piuttosto che altrove?

Vuoi parlare portoghese? Vuoi mangiare libanese? Hai bisogno di un libro in russo? Vorresti imparare a fare le tajine? Devi fare il visto per andare in Turkmenistan?

Tutto c’è. Tutto. Tu non te ne vai proprio da nessuna parte.

Insomma, Australia o Nuova Zelanda?

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CHI SIAMO

Dal 2013, Italiani a Parigi.

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